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 OSSIGENO E METASTASI

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MessaggioTitolo: OSSIGENO E METASTASI    OSSIGENO E METASTASI    EmptyGio 25 Ott 2012, 21:52

In una condizione di ipossia i tumori divengono più aggressivi e resistenti ai trattamenti, formando metastasi. Lo ha scoperto una ricerca dell'Università del Colorado pubblicata su Cancer Research secondo cui i segnali cellulari connessi con uno stato di asfissia indicano alle cellule la necessità di trovare fonti energetiche alternative.
I ricercatori statunitensi affermano che sapevano che una proteina chiamata Hif-1a è sovraespressa nei tumori ipossici e anche che un particolare marker delle cellule staminali tumorali chiamato Cd24 era sovraespresso in molti tumori. Ora è stato dimostrato il legame tra i due: la proteina crea la sovraespressione del marker, e quest'ultimo è responsabile del comportamento più aggressivo, oltre che dello sviluppo di resistenza alla chemioterapia.
E' stato, quindi, trovato un obiettivo da colpire. Se si riuscisse a evitare la produzione del marker o a eliminare le cellule con questa proteina si potrebbe disarmare la parte più letale del tumore.
Una precedente ricerca italiana condotta da un team coordinato dal dott. Paolo Michieli dell'IRCC - Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo – ha sperimentato l'introduzione nelle cellule tumorali di mioglobina, una proteina muscolare che trasporta e rilascia ossigeno, come fa l'emoglobina nei globuli rossi. Lo studio, pubblicato sul The Journal of Clinical Investigation, dimostra che la crescita tumorale si riduce con la mioglobina, rendendo peraltro il tumore meno aggressivo, con minor capacità di invadere i tessuti circostanti e mostrando una minore vascolarizzazione.

Fonte: Italiasalute.it
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MessaggioTitolo: Re: OSSIGENO E METASTASI    OSSIGENO E METASTASI    EmptyMar 27 Mag 2014, 16:16

admin2 ha scritto:
In una condizione di ipossia i tumori divengono più aggressivi e resistenti ai trattamenti, formando metastasi. Lo ha scoperto una ricerca dell'Università del Colorado pubblicata su Cancer Research secondo cui i segnali cellulari connessi con uno stato di asfissia indicano alle cellule la necessità di trovare fonti energetiche alternative.
I ricercatori statunitensi affermano che sapevano che una proteina chiamata Hif-1a è sovraespressa nei tumori ipossici e anche che un particolare marker delle cellule staminali tumorali chiamato Cd24 era sovraespresso in molti tumori. Ora è stato dimostrato il legame tra i due: la proteina crea la sovraespressione del marker, e quest'ultimo è responsabile del comportamento più aggressivo, oltre che dello sviluppo di resistenza alla chemioterapia.
E' stato, quindi, trovato un obiettivo da colpire. Se si riuscisse a evitare la produzione del marker o a eliminare le cellule con questa proteina si potrebbe disarmare la parte più letale del tumore.
Una precedente ricerca italiana condotta da un team coordinato dal dott. Paolo Michieli dell'IRCC - Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo – ha sperimentato l'introduzione nelle cellule tumorali di mioglobina, una proteina muscolare che trasporta e rilascia ossigeno, come fa l'emoglobina nei globuli rossi. Lo studio, pubblicato sul The Journal of Clinical Investigation, dimostra che la crescita tumorale si riduce con la mioglobina, rendendo peraltro il tumore meno aggressivo, con minor capacità di invadere i tessuti circostanti e mostrando una minore vascolarizzazione.

Fonte: Italiasalute.it

Ciao Admin, se consenti vorrei indicare quello che ho capito svolgendo una ricerca sulle cause e cure dei tumori, a questo proposito segnalo l'articolo che hai pubblicato il quale riguarda l'insorgenza delle metastasi a causa dell'ipossia, che vuol dire carenza di ossigeno.
Riflettendo un'attimo appare chiara una realtà la quale dovrebbe essere capita abbastanza facilmente: se la carenza di ossigeno a causato il tumore è indiscutibile che un'aumento dell'ossigenazione nel sangue può essere la cura migliore per ottenere la regressione della malattia tumorale fino a completa remissione.

E allora è necessaria questa domanda: come si ottiene l'aumento dell'ossigenazione sanguigna?
Faccio un breve elenco.

1) Attività Fisica Aerobica regolare, camminare, andare in bici, tapis roulant, cyclette, e altri esercizi aerobici, trenta minuti, almeno cinque giorni, totale 150-180 minuti a settimana.

2) Ossigeno Terapia Iperbarica, sono però necessarie molte sedute.

3) Ossigeno-Ozono Terapia

4) Ossigeno Poliatomico Liquido, questa è una terapia abbastanza recente

E' chiaro che la terapia migliore è senz'altro l'attività fisica aerobica, per merito della quale aumentano gli Atti Respiratori allenando nel migliore dei modi il Sistema Cardiovascolare.
Dopo alcune settimane del costante esercizio  aerobico inizia ad aumentare la concentrazione di Ossigeno nel sangue, indicato dall'aumento progressivo della pO2 arteriosa verificabile con un'esame del sangue che si chiama Emogasanalisi.
L'aumento della pO2 indica maggiori livelli del PROTETTIVO Ossigeno Disciolto, il quale essendo Paramagnetico è indispensabile per consentire la generazione dei Potenziali Elettrici di Membrana detti anche Potenziali d'Azione i quali determinano tutte le attività del Cervello e del Corpo.
Possiamo capire che, dopo due o tre mesi del regolare esercizio aerobico, da continuare in seguito, l'aumento dell'Ossigeno Paramagnetico determinerà quella maggiore Energia Elettrochimica la quale irradiata nel sangue attiverà un'automatismo che stimola la RIGENERAZIONE CELLULARE, consentendo in questo modo, dopo alcuni mesi, la remissione totale del tumore.
Queste mie indicazioni le descrivo in completa consapevolezza, perché io stesso pratico l'attività fisica aerobica, e ho potuto verificare con l'Emogasanalisi, l'aumento della mia pO2 arteriosa, e posso dire sinceramente che ora ho una Buona Salute, per questo motivo sono certissimo che le mie affermazioni corrispondono a realtà non ancora studiate dagli Istituti Scientifici di Medicina.
Un Sincero Saluto alle Signore e Signorine del Forum Unite si Può.
Pino
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MessaggioTitolo: OSSIGENO E METASTASI   OSSIGENO E METASTASI    EmptySab 07 Giu 2014, 11:43

I Soccorritori dopo i recenti sviluppi in campo tecnologico hanno la possibilità di misurare il livello dell’ossigeno all’interno dei vasi sanguigni di un Paziente. L’ossimetro, cioè l’apparecchio che consente di eseguire tale operazione detto anche saturimetro, invia raggi di luce di diverso colore all’interno del tessuto all’estremità di un dito o sul lobo dell’orecchio e misura la quantità di luce restituita. Lo strumento determina quindi la proporzione di ossigeno nel sangue e visualizza la percentuale della saturazione di ossigeno, definita anche Sp02.

Il saturimetro è quindi un dispositivo diagnostico fotoelettrico che consente un monitoraggio attendibile, continuo e non invasivo della funzione ventilatoria del paziente, mediante la rilevazione della saturazione d’ossigeno dell’emoglobina nel sangue periferico.

possibilità di misurare il livello dell’ossigeno all’interno dei vasi sanguigni di un Paziente La saturazione di ossigeno dell’emoglobina è indice della disponibilità di 02 a livello tessutale, e varia in funzione della saturazione di ossigeno del sangue arterioso (Sa02). E’ un utilissimo parametro vitale che aiuta a riconoscere prontamente gli stati di ipossiemia. La valutazione di tale valore è utile per misurare l’efficienza della funzione polmonare di ossigenazione del sangue in numerose situazioni patologiche quali l'asma bronchiale, l'edema polmonare acuto, neoplasia polmonare, traumi toracici ecc..

L’ossigeno è presente nel sangue in due forme una piccola parte è disciolta nel plasma (1-2%) e può essere valutata mediante un esame invasivo (EGA), la parte più consistente (98-99%) è invece legata all’emoglobina (Hb). L’emoglobina é un pigmento colorato del globulo rosso e deve ad esso il suo colore e al quale si fissano 02 e C02. L'emoglobina (800gr negli adulti) legata all' ossigeno è detta ossiemoglobina, quella libera non legata ad O2 è detta invece emoglobina ridotta. Il suo colore varia a seconda del grado di saturazione di ossigeno il colore “rosso vivo” e indice di una adeguata quota di ossigeno fissato, il colore “rosso scuro" è indice di aumento di Hb ridotta.

Il saturimetro, se di buona qualità, può essere utile anche per valutare l’efficacia della respirazione artificiale. Infatti sono in grado di rilevare dati anche in presenza di un segnale debole, vale a dire in assenza di una pressione arteriosa apprezzabile come nel paziente in ACC sottoposto a RCP.

Nella maggior parte dei casi un saturimetro fornisce anche dati quali la frequenza cardiaca e l’ampiezza del polso, in questo caso il dispositivo prende il nome di pulsiossimetro. Tali valori cardiaci e respiratori assumono un significato particolarmente importante soprattutto se correlati tra loro. Il dispositivo può essere dotato di una stampante dedicata che consente un’analisi successiva dei valori rilevati.

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Un Saluto alle Lettrici e Scrittrici
Quello che è indispensabile capire e far capire ai medici è che, l'ossigeno la cui CARENZA causa le malattie degenerative-oncologiche, è l'Ossigeno Disciolto indicato dalla pO2 arteriosa presente nel sangue in minima quantità, circa l'1-2 % come evidenziato dallo studio che invio.
Una buona quantità di Ossigeno Disciolto nel plasma sanguigno è fondamentale per la nostra Salute, perché l'O2 Disciolto ha una caratteristica mai studiata dalla Scienza Medica, infatti, l'O2 è PARAMAGNETICO ed è necessario per "elettrificare" il sangue consentendo solo in questo modo, tramite la funzionalità elettrolitica, la generazione dei potenziali elettrici di membrana (potenziali d'azione) i quali determinano tutte le attività del Cervello e del Corpo.
Possiamo capire che quando abbiamo una buona quantità di Ossigeno Paramagnetico nel sangue si riscontrano delle buone attività del Cervello e degli altri Organi del Corpo, e noi stiamo bene, quando però si riscontra la CARENZA di Ossigeno Disciolto Paramagnetico indicato dalla diminuzione più o meno consistente della pO2 arteriosa, si riduce l'attività bioelettrica delle Cellule del Cervello, del Cuore, e dei Muscoli, causando così le malattie degenerative una delle quali è il tumore al Seno.
Ecco perché è bene praticare la costante attività fisica aerobica, per merito della quale aumentano i livelli del prezioso Ossigeno Paramagnetico nel sangue, determinando una maggiore attività bioelettrica di tutte le cellule grazie alla quale si rafforzano le Difese Immunitarie e si attiva la Rigenerazione Cellulare, facendo così prevenzione o anche la cura efficace del tumore al Seno e altre malattie degenerative.
Buona Salute alle Componenti del Forum Unite Si Può
Pino Fronzi
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